… da appunti sparsi 1998

1   Irritato ed esausto da questi “saldi” tutti uguali e leggeri per “valore” espressivo negato, stanco di questa finta “socializzazione”, di una inesistente proclamata “controcultura”, stanco dell’idifferenziato globalizzante, dell’extrafunzionalità, dell’extraestetico, dello “stile negato” nel quale i confini sono inesistenti perché tutto diviene paccottiglia di un illimitato “agglomerato visivo”. Sono ancora per la “verticalità” aristocratica, per il “difficile”, per la “lentezza”.

Scorticare, scortecciare, scarnificare, spellare, forse sottopellare, per ritrovare un’energia, un brivido evocativo dell’immagine che desidera, vuole tenacemente resistere per, forse, ancora esistere.

 

 

2   Questo gusto d’oggi del transitorio, quasi una galassia del nulla, dove la differenza non è più vivibile-vedibile.

Questa ameba del nulla, del tutto equivalente, globalizzante, mondializzante, è una minaccia e produrrà menzogne e le menzogne produrranno violenza e non solo… “nostalgie”.

La pittura, estrema malinconia emozionale, ti fa vedere (osservare?) il valore delle rovine e della perdita.

Il con-fine della pittura distrugge le facili risposte e allerta interrogazioni ed intrighi.

 

 

Concetto Pozzati

(da Appunti sparsi 1998)